Digitalizzazione è la parola chiave del prossimo futuro per le aziende. Che si sia coscienti o meno, è iniziato un nuovo processo identificato come quarta rivoluzione industriale, ed è necessario che le imprese si adeguino non solo per ottenere migliori risultati nel proprio ambito produttivo, ma anche per rimanere sul mercato.

Anche se la teorizzazione della quarta rivoluzione industriale è del 2011 (Fiera di Hannover), la recente pandemia ha portato maggiormente alla luce l’impellenza di un’innovazione tecnologica e digitale per le imprese. In particolare uno studio di McKinsey del febbraio 2021, COVID-19: An inflection point for Industry 4.0, ha evidenziato una stretta correlazione tra digitalizzazione e crisi: le aziende con un maggiore livello di digitalizzazione sono quelle che hanno tenuto meglio l’impatto e che si sono dimostrate anche più ottimiste riguardo i tempi di ripresa, mentre chi ancora non aveva avviato il processo di digitalizzazione si è trovato a dover fare i conti con una struttura inadeguata e incapace di rilanciarsi sul mercato in tempi rapidi.  

Innovazione digitale: di cosa si tratta?

La digitalizzazione non è la semplice trasformazione dei vecchi documenti cartacei in documenti digitali. Piuttosto consiste in una serie di interventi, dall’utilizzo di software gestionali ai sistemi di archiviazione, fino alla rete aziendale, che hanno lo scopo di rendere rapidi, veloci e maggiormente performanti tutti i processi di archiviazione e trasmissione dati. 

I processi di digitalizzazione richiedono un’analisi delle singole realtà aziendali, un piano di sviluppo e l’integrazione con software e gestionali adatti, infine investimenti adeguati. Allo scopo di favorire questo processo di rinnovamento radicale del sistema produttivo, il governo italiano ha messo a punto degli incentivi. Vediamo quali.

Piano di Transizione 4.0: incentivi digitalizzazione e innovazione tecnologica

Dal 2016 il Governo italiano ha varato misure per favorire l’innovazione tecnologica delle imprese italiane, al fine di renderle competitive sul piano nazionale e internazionale e adeguate all’innovazione digitale che investe ormai ogni ambito.

Il Piano Industria 4.0 è stato sostituito dal Piano Impresa 4.0 e oggi l’eredità è stata accolta e potenziata dal Piano di Transizione 4.0.

Si tratta di piani complessi, le cui misure contemplano l’azione su più fronti: l’innovazione digitale richiede un adeguamento non solo delle infrastrutture, ma anche dei processi aziendali. 

In particolare, il Piano nazionale di transizione 4.0 offre un credito d’imposta per acquisto di beni strumentali, materiali e immateriali, per la ricerca tecnologica e per la formazione sulle competenze tecnologiche. Contempla inoltre un supporto per gli investimenti nell’innovazione, nel settore della sostenibilità e per attività legate al design. 

Sul sito del MiSE sono elencati gli ambiti di intervento, con incentivi e obiettivi. 

• Credito d’imposta per l’investimento in beni strumentali. Destinato alle imprese che investono in beni strumentali nuovi, che siano materiali o immateriali, utili per la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi
• Credito d’imposta per investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e design. Destinato a favorire la competitività delle imprese, per favorire transizione digitale, economia circolare e sostenibilità.
• Credito d’imposta per la formazione 4.0. Destinato a incentivare gli investimenti delle imprese nella formazione del personale in relazione alla trasformazione tecnologica e digitale.

Nexumlab: la transizione intelligente

Nexumlab è il progetto che aiuta le piccole e medie imprese nella digitalizzazione dei processi aziendali. 

Per rendere la digitalizzazione un’opportunità di crescita e sviluppo è infatti necessario progettare l’evoluzione dell’impresa in modo mirato, individuando i reali bisogni informatici e tecnologici e progettando una trasformazione consapevole per consentire all’impresa di lavorare meglio, abbassare i costi e aumentare gli utili.

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