15 luglio 2019 – L’arrivo di Libra, la criptovaluta di Facebook, costituisce il passaggio di verifica per comprendere se le cripto possano realmente costituire il prossimo gradino dell’evoluzione nell’ecosistema dei pagamenti e della circolazione del denaro. Occorrerà capire quali saranno i meccanismi di governo della nascita e dell’evoluzione della nuova moneta virtuale per valutare in che modo la si potrà equiparare alle altre criptocurrency.

Nel caso di Libra, gli elementi costituenti la sua struttura fanno pensare ad un utilizzo come moneta di scambio di un sistema chiuso, ma anche come moneta utilizzabile in più contesti, ad esempio con un wallet non detenuto esclusivamente su un account Facebook. Questo secondo scenario assolutamente innovativo, sommato alla forza dei numeri di utenti Facebook,  rischia di farne rapidamente una moneta globale.

Restano due  incognite. La prima è la credibilità di Facebook che nel recente passato non ha “trattato correttamente” i dati dei suoi iscritti. Questo non depone bene per una entità che vuole giocare questo ruolo e che dovrebbe essere il garante della nuova “moneta” per micropayments. Sul punto, il tempo ci dirà come gli utenti del circuito si comporteranno rispetto a pagamenti ingenti.

La seconda è la performance tecnica della blockchain sottostante che, su un ammontare di transazioni istantanee elevatissime, rischia di toccare presto limiti tecnici tutti da valutare: sempre più frequentemente si registrano blocchi di sistema e anomalie di funzionamento sulle piattaforme social più utilizzate.

Di sicuro sapremo presto se la tendenza a travalicare su larga scala i confini delle garanzie degli stati rispetto alla moneta è un baluardo in procinto di essere abbattuto. Se così fosse, Libra potrebbe non essere la sola in futuro.

Mauro Zanin

Amministratore Delegato

NexumStp S.p.A.

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